PIANIFICARSI CON LA PSICOLOGIA DELL’OBIETTIVO PRESTAZIONALE.

COME ACCEDERE ALL’ARTE DI FAR ACCADERE LE COSE:

Finalmente è stato creato un metodo innovativo, totalmente scientifico, che risponde alla domanda:
Come posso far accadere le cose che desidero?


Ebbene si.


Sono 11 passaggi.
Sono precisi. Chirurgici. Puntuali. Perché esigono la massima attenzione e considerazione.


Te li svelo.


Tu puoi decidere se averli solo per te oppure condividerli con le persone che ami.

Spesso partiamo armati delle migliori intenzioni.
Siamo carichi e determinati nel perseguire un nostro obiettivo.
Talvolta può capitare di non realizzarlo.
Quando accade le aspettative mancate si mascherano di delusione, se non di amarezza e fallimento.
In questi casi, ci vuole una guida precisa che ti sappia tirar fuori dalle sabbie mobili della delusione.

La soluzione c’è, ma prima ti invito a pensare che il non avere un metodo neuroscientifico può farti rischiare di ripetere la delusione e il senso di amarezza.
Può essere frustrante.

Il peggior rischio poi, è mollare nel darsi obiettivi degni di quello che meriti.
Capita dopo di giocare in piccolo per evitare un potenziale altro fallimento.

Ma giocare in piccolo ed evitare qualcosa è già di per sé un fallimento.

Ricordati, per creare una percezione di vittoria dentro di te, devi riuscire in quello che fai. Altrimenti crei l’opposto.

La psicologia dell’obiettivo performante parte dalla tua neuropsicologia.


Se avessi la certezza scientifica di raggiungere quello che desideri evitando “deragliamenti mentali” attraverso un protocollo psicologico lo vorresti conoscere?
Vediamo insieme come funziona:

  1. ESPRESSO IN FORMA SCRITTA.

Come dicevano i latini: “VERBA VOLANT SCRIPTA MANENT”.

Toglimi una curiosità: ci sarà un motivo se il progetto di cose importanti sono scritte?

Ad esempio: la tua casa. La tua tesi di laurea. Le tue vaccinazioni. Il contratto della tua macchina…

Quando scrivi una cosa che vuoi raggiungere, prendi con te stesso un impegno diverso.

Dal punto di vista psicologico, scrivendo il tuo obiettivo, quest’ultimo passa DALL’IO-SOGGETTO(dentro la tua mente) ALL’IO-OGGETTO(il foglio che ha accolto il tuo obiettivo).

Questo passaggio è fondamentale per oggettivare il tuo progetto al fine di governarlo nei migliori dei modi.

VUOI RAGGIUNGERE IL TUO OBIETTIVO? Scrivi ! 🙂

2.CON UNA SCADENZA. 

Nelle confezioni delle cose alimentari potete sempre leggere:

“consumarsi preferibilmente entro il…”

E cosa facciamo di conseguenza?

Siamo attenti e vigili nel consumare quell’alimento prima della data di scadenza:

“mangiamo questa cosa perché scade domani…” E la mangi.

Giusto? E’ vero che spesso succede questo?

E se nel tuo obiettivo ci fosse la scritta: “REALIZZARSI SICURAMENTE ENTRO IL…”

Diceva Milton Erickson, il più grande ipnoterapeuta del 900: “A goal without a date is just a dream”.

3. ESPRESSO IN POSITIVO / IMMAGINABILE:

Può sembrare una frivolezza, ma non lo è.

Non ti sto parlando del >>pensiero positivo<<, quello buttalo al gabinetto e scarica almeno 2 volte, mi raccomando! Quello del: “dai che ce la fai…!”

Ti sto parlando di LINGUISTICA COGNITIVA.

Immagina la seguente istruzione: “NON pensare ad un elefante rosa con le calze a reti che balla su un cubo! 🙂

Cosa hai immaginato? Esattamente quello che ti ho detto di NON immaginare, giusto?

Dire: “non voglio più ripetere l’errore dell’ultima volta”, questa frase dalle nobili intenzioni, cosa ti fa vedere nella tua mente? L’ERRORE.

Diverso è dire: “in questa nuova sfida VOGLIO comportarmi in questo modo specifico…”.

La tua mente vedrà il comportamento desiderato e funzionale al tuo obiettivo.

4. SPECIFICO, DEFINITO E MISURABILE:

Più la tua mente vede nitidamente e dettagliatamente quello che vuoi raggiungere meglio è.

L’alternativa al dettaglio e la nitidezza è la generalizzazione.

Quando mi pongo un obiettivo molto vago come: “voglio migliorare”, il tuo cervello non vede COSA migliorare.

E se non vede si attiva meno.

Il tuo cervello è una macchina biologica orientata ad uno scopo, meglio se chiaro, cristallino e caraibico.

5. SFIDANTE E MOTIVANTE 

Si, pensaci. Ti è capitato mai di iniziare una cosa facile facile e rimandarla proprio perché troppo facile e bollare tale cosa con: “si è una cavolata lo farò dopo tanto ci vuole poco”, ti è capitato?

Questo avviene perché quando un obiettivo da raggiungere non è per nulla sfidante, si finisce per renderlo anche scarsamente motivante, dunque pochissimo attivante. Al contrario, ti sarà capitato di voler fare una cosa, ma siccome ritenuta “impossibile” e/o troppo difficile, non l’hai nemmeno iniziata. Anche in questo caso, non vi è attivazione.

Dunque, quando vi è scarsa sfida o vi è eccessiva sfida, la conseguenza è di inattivazione.

Ce lo dimostra la curva di YERKES e DODSON, la quale ci dice che: “se vuoi ottenere la massima performance con alla base un’ eccitazione ottimale, il tuo obiettivo deve trovarsi tra il POSSIBILE e L’IMPOSSIBILE. Solo così la tua eccitazione sarà massima e quindi darai il meglio di te.

Ricordati di pianificare obiettivi sfidanti che ti mettono adrenalina.

6. CONDIVISIBILE:

Questo punto è molto importante.

Questo step, se utilizzato bene, fa leva su DUE principi di persuasione che sono: IMPEGNO / COERENZA, e quello di RIPROVA SOCIALE.

Quando condividiamo alle persone che stiamo per realizzare un obiettivo, questa condivisione, ti obbliga sanamente a mantener fede all’impegno preso perché il giudizio degli altri in caso di procrastinazione, o peggio ancora di abbandono del tuo progetto, può “pesare” e avere un impatto sulla tua autostima e il tuo non “essere di parola”, insomma sulla tua credibilità.

Accetta la sfida della condivisione, è una leva motivazionale molto potente.

7. LOCUS OF CONTROL: è sotto la tua responsabilità e controllo?

Quando vogliamo realizzare una cosa, e lo vogliamo veramente, quella cosa specifica deve essere sotto il nostro controllo. Altrimenti rischiamo di non avere potere nel processo di realizzazione.

In psicologia si chiama LOCUS OF CONTROL. Ovvero, dov’è il luogo del tuo controllo.

Dall’immagine che segue, puoi notare intanto 2 cose:

esiste un controllo interno che dipende da noi, come ad esempio darsi il merito quando ottieni una cosa che ti sei prefissato. Ma anche quando non ottieni quello che vuoi e ti assumi la responsabilità di ciò che non è andato bene. Questo assetto INTERNO, sia per eventi negativi che per eventi positivi è quello che ti consiglio perché è quello che ti da più potere. Puoi avere anche un assetto ESTERNO, generalmente riguardano tutti quei processi di giustificazione, dove “te-la-racconti” per il fatto che le cose non siano andate bene per colpa di: CAUSE ESTERNE A TE.

Insomma, se non fosse ancora chiaro, dipende da te.

Per facilitare questo processo, fai a te stesso queste tre domande:

1) COSA POSSO CONTROLLARE NEL RAGGIUNGIMENTO DEL MIO OBIETTIVO?

2) QUALI SONO LE COSE CHE SONO FUORI DAL MIO CONTROLLO?

3) COSA POSSO CONTROLLARE DELLE COSE CHE SONO FUORI DAL MIO CONTROLLO?

8. ALLINEATO ALLE TUE CONVINZIONI.

Le tue convinzioni sono: “UNA SENSAZIONE DI CERTEZZA CIRCA QUALCOSA”.

Sei certo di chiamarti con il tuo nome?

Sei certo che esista la terra con il sole?

Sei certo che tu abbia un cervello che pensa?

Vedi, queste domande “scontate”, racchiudono un fortissimo senso di certezza nella risposta. Perché ne sei totalmente convinto.

Le convinzioni inoltre, sono un filtro della realtà. Un pò come degli “imbuti”, fanno passare determinate informazioni, ma non tutte. In questo senso le tue convinzioni filtrano la realtà. Più precisamente, fanno passare quelle informazioni che confermano le convinzioni stesse, e ti fanno scartare tutte le informazioni che disconfermano le convinzioni stesse.

Il punto è che sono proprio le NUOVE e DIVERSE informazioni che arrivano al tuo cervello che ti fanno fare la differenza per il raggiungimento del tuo obiettivo. Allora, se le convinzioni operano costantemente una selezione per il passaggio di informazioni da elaborare, diventa importantissimo programmare quali informazioni danno vita, supportano e fanno emergere il tuo obiettivo e quindi, quali convinzioni permettono con precisione chirurgica il passaggio proprio di quella specifica informazione.

A tal proposito domandati:

1)QUALE INFORMAZIONE MI DEVE ARRIVARE PER NUTRIRE E INCREMENTARE IL RAGGIUNGIMENTO DEL MIO OBIETTIVO?

2) IN COSA DEVO CREDERE AFFINCHE’ PASSI ESATTAMENTE QUELLA INFORMAZIONE?

9. ALLINEATO ALLA TUA MISSION.

Tieni a mente che la mission rappresenta la nostra mappa geografica in cui continueremo ad orientare tutta la nostra vita e ci permetterà di concentrarci sulle cose veramente importanti, ci aiuterà a prendere decisioni giuste e mantenere il supporto costante con noi stessi.

la tua mission risponde alle domande:

1) Perché fai quello che fai?

2) Qual’è il tuo contributo?

3) Qual’è il senso della tua vita?

4) Cosa ti rende completamente realizzato?

5) Per cosa vorresti essere ricordato?

E’ fondamentale che il tuo obiettivo rientri all’interno di questa tua mission, perché se è collocato fuori da questa “cornice” non lo sentirai come tuo. Naturalmente questo step presuppone che tu conosca la tua mission. Stabilita quest’ultima, puoi allineare l’obiettivo così da renderlo aderente a ciò che ti rende completamente realizzato.

10. FRAZIONABILE IN SOTTO-OBIETTIVI.

Puoi mangiare un elefante intero?

Molto probabilmente la risposta è no…

Perché la tua mente si è focalizzata sul momento presente.

Invece, riusciresti a mangiare un elefante in un tempo più lungo?

Forse, la tua risposta è: probabile…

Come vedi, quello che ci appare impossibile nel presente, cambia percezione quando cambia la cornice temporale di riferimento. Non sottovalutare mai quello che puoi fare frazionando un obiettivo in sotto-parti.

Il mio consiglio è: 

FRAZIONA L’OBIETTIVO COSì DA AVERE UNA PERCEZIONE DI MAGGIORE POSSIBILITA’ E CONTROLLO CIRCA QUELLA PARTE DELL’OBIETTIVO, RISPETTO ALLA PERCEZIONE DI MAGGIORE DIFFICOLTA’ CHE POTRESTI AVERE SE NON FRAZIONI L’OBIETTIVO MA LO VEDI E PERCEPISCI COME UN UNICO BLOCCO. 

Come puoi notare questo step influenza la tua PERCEZIONE di riuscire e, questa percezione è collegata alla tua attivazione e motivazione. Fraziona in modo tale che la parte che ne risulta è sfidante e motivante come descritto nel punto 5.

11. ECOLOGICO.

Non nel senso di “naturale”, ma nel senso etimologico del termine OIKOS = casa.

QUI PER CASA INTENDIAMO IL TUO AMBIENTE RELAZIONALE E LE ALTRE AREE DELLA TUA VITA E NON SOLO QUELLA DOVE VUOI RAGGIUNGERE L’OBIETTIVO. La cosa fondamentale è che il tuo obiettivo sia in equilibrio e non in contrasto con le altre aree della tua vita.

Ti faccio un esempio:

Se vuoi raggiungere una grandissima performance nel tuo sport o nella tua carriera professionale e il tempo che dedichi al raggiungimento di questo obiettivo, sottrae tempo ad altre cose per te importanti, come ad esempio la famiglia, è probabile che sentirai dentro di te una “spaccatura” tra queste due aree della tua vita.

Allora, diventa fondamentale fare tutte le valutazioni dell’impatto che provoca il raggiungimento di questo obiettivo.

Una buona domanda è:

IL RAGGIUNGIMENTO DI QUESTO OBIETTIVO CHE IMPATTO HA NELLE ALTRE SFERA DELLA MIA VITA IN TERMINI DI TEMPO E DI QUALITA’?

Trova l’equilibrio al tuo obiettivo con le altre sfere della tua vita così da renderlo ecologico con il tuo sistema più globale.

Pianifica il tuo desiderio con questi 11 passi e,

tieni a mente che:
“Non è perché le cose sono difficili che non osiamo farle; è perché non osiamo farle che le cose sono difficili”.

Ti auguro il meglio. IL tuo coach ?

Dr. Campo Marco Neuroscienze&Psicologia Tel: 3483331235

A note to our visitors

This website has updated its privacy policy in compliance with changes to European Union data protection law, for all members globally. We’ve also updated our Privacy Policy to give you more information about your rights and responsibilities with respect to your privacy and personal information. Please read this to review the updates about which cookies we use and what information we collect on our site. By continuing to use this site, you are agreeing to our updated privacy policy.